Gita fuori porta a York. Carina, piccolina; tanti negozi, tante idee. Una scampagnata piacevole con gli amici. Ma farò di meglio. Attendo la stagione mite. Un mio grande desiderio dal principio di questa esperienza è ripercorrere la storia della musica del fatidico '77. Neanche a dirlo, domenica mattina conosco un ragazzo alla fermata del treno. Aveva i capelli lisci, lunghi appena sopra le spalle e le gengive un po' ritirate. Era simpatico e aveva con sé un cagnetto, un incrocio (forse) tra un pechinese e un bassotto, secondo Pier, di nome Sidney. Poi ci ha raccontato di averne a casa un altro, femmina: ebbene si chiamava Nancy. Come sprofondare nel giro di pochi secondi in tutta l'Inghilterra tatcheriana dei Sex Pistols, Joy Division, Slaughter & The Dogs, The Fall, V2, The Negatives, Buzzcocks... Alcune tragedie, diventate poi mito. E come si può non ricondurre tutto questo al gothic? Non mi riferisco tanto al goth punk, o all' heavy metal che per certi versi si rifanno al gotico nella maniera più banale e posticcia diventando altro, più simile semmai all'hard rock anche se con una coscienza totalmente diversa. Qui si tratta di vero spirito gotico closer ed intimo. Vaghi timori, malinconie devastanti senza un'origine evidente, l'inquietudine più nervosa (nevrotica) e nevrastenica, tanto per fare un giro di sol, che i grandi romanzi di genere hanno ricondotto alla superstizione religiosa, fantasmi e incantesimi. E allora mi vedo Ian Curtis, in un fantasma di tanti anni fa, col suo viso scarno dagli occhi celesti, aggirarsi ramingo e senza pace nei dintorni di Cheshire e Macclesfield, fino Manchester, la grande città che l'ha ammaliato e lo ha fatto perdere completamente. Fascino e perdizione di quel che resta di una città industriale.
Ti riconosco nei rami piegati e nelle lapidi grigie piantate nel verde più verde che mai.
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